Pandemic shock and the sustainability of international trade flows

Acronimo
Anno di inizio

2023 In corso

Responsabile scientifico

Falavigna Greta

Capofila

Politecnico di Torino (Principal Investigator)

Committente

MUR (PRIN: Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale – Bando 2022 PNRR)

Abstract

Il progetto intende studiare l’impatto ambientale delle recessioni economiche, prendendo lo shock da Covid19 come esperimento naturale. Difatti, le chiusure imposte dal COVID-19 hanno avuto effetti ambientali significativi a breve termine come evidenziato da gran parte della letteratura, ma l’impatto relativo alla sostenibilità a lungo termine delle tecnologie produttive sono ancora poco studiate (Hepburn et al., 2020; OECD, 2021). La crisi economica ha ridotto la riserva di fattori della produzione delle imprese e ha imposto tagli ai costi dei fattori produttivi. Questi shock possono aver indotto le imprese a riallocare il loro portafoglio dei fattori produttivi con potenziali implicazioni per la loro sostenibilità: se i fattori produttivi “più ecologici” sono più costosi di quelli inquinanti, la tecnologia produttiva delle imprese colpite può diventare più inquinante (Antweiler et al., 2001; Copeland e Taylor, 2004; Egger et al. al., 2021).

Allo stesso tempo, l’improvviso arresto imposto dalla pandemia alle attività economiche può aver rappresentato un’opportunità per rivedere la tecnologia di produzione e ridurre le inefficienze, comprendendo tuttavia l’uso di fattori produttivi inquinanti, in linea con le argomentazioni classiche dell’ipotesi di Porter (PH; Porter e Van den Linde, 1995; si veda anche, ad esempio, Devece et al. 2016). In particolare, l’aumento dei costi di transazione derivanti dalla pandemia possono aver ridotto gli incentivi delle imprese a disintegrarsi verticalmente, a ridurre gli incentivi alla produzione offshore e probabilmente anche a esternalizzare a livello nazionale. L’impatto ambientale di questi cambiamenti potrebbe essere rilevante se la pandemia ha rappresentato un’opportunità per invertire le decisioni inizialmente motivate da considerazioni di “pollution haven” (Levinson e Taylor, 2008), riportando la produzione in Paesi con normative ambientali più severe e riducendo i costi ambientali del trasporto internazionale.

Empiricamente, la ricerca utilizzerà modelli Difference-in-Difference insieme a strategie di matching per considerare la pandemia da Covid19 come uno shock improvviso che ha determinato un cambiamento repentino soprattutto nei settori economici “non essenziali”. Inoltre, l’approccio a variabili strumentali (i.e., IV) sarà adottato per misurare il cambiamento di percezione dovuto allo shock che sarà misurato dal numero di casi/ospedalizzazioni/morti rispetto agli abitanti.

Obiettivi:

  1. Comprendere le reazioni dirette e indirette delle imprese allo shock pandemico in termini di ricomposizione dei flussi commerciali sostenibili dopo lo shock.
  2. Creare un database nuovo, originale e ad accesso libero per caratterizzare l’impronta ambientale dei flussi di import/export per la popolazione di imprese manifatturiere italiane coinvolte nel commercio internazionale.
  3. Comprendere come la composizione del commercio, le decisioni di integrazione verticale e la competitività delle imprese italiane reagiscano allo shock pandemico.
  4. Individuare l’influenza delle caratteristiche dell’impresa (produttività e redditività ex-ante; partecipazione femminile ai vertici aziendali) nella ricomposizione dei flussi internazionali considerando la sostenibilità.
  5. Identificare gli effetti moderatori delle politiche nella ricombinazione delle decisioni di approvvigionamento delle imprese.

Risultati attesi:

Ci aspettiamo numerosi risultati innovativi da questo studio che risponderà a molte domande di ricerca nuove per il contesto italiano ed europeo.

Il progetto fornirà solide prove empiriche sull’impatto dei cambiamenti legati agli shock sul portafoglio delle importazioni (cioè l’impronta ambientale dei flussi di importazione) e delle esportazioni (cioè l’impronta ambientale dei flussi di esportazione) per verificare la presenza di un “effetto tecnologico”.

Inoltre, l’analisi sarà arricchita dallo studio dei fattori di moderazione rappresentati dal quadro istituzionale e da altri aspetti a livello aziendale e manageriale (come caratteristiche del management o della proprietà). Inoltre, verranno analizzati alcuni approfondimenti ottenuti attraverso la somministrazione di una survey orientata ad ottenere maggiori informazioni qualitative e porteranno spunti rilevanti per le politiche sulle potenziali sfide.

In particolare, ci aspettiamo di trovare fattori facilitanti a livello aziendale in grado di creare le condizioni migliori per la prevalenza dell’“effetto tecnologia”.

La divulgazione dei risultati avverrà principalmente attraverso conferenze e articoli scientifici.

Riferimenti bibliografici principali:
Hepburn C, O’Callaghan B, Stern N, Stiglitz J, Zenghelis D (2020) Will COVID-19 fiscal recovery packages accelerate or retard progress on climate change?, OXFORD. REV. ECON. POL
OECD (2021) The long-term environmental implications of COVID-19.
Antweiler W, Copeland B R, Taylor M S (2001) Is free trade good for the environment? AM. ECON. REV. 91, 877–908
Copeland BR, Taylor MS (2004) Trade, growth, and the environment. J. ECON. LIT. 42, 7–71
Egger H, Kreickemeier U, Richter P M (2021). Environmental policy and firm selection in the open economy. J. ASSOC. ENV. RES. ECON., 8(4), 655-690.
Porter ME, Van der Linde C (1995) Toward a new conception of the environment competitiveness relationship. J. ECON PERSP., 9(4),97-118
Devece C, Peris-Ortiz M, Rueda-Armengot C (2016) Entrepreneurship during economic crisis: Success factors and paths to failure. J. BUS. RES. 69:5366-5370
Levinson A, Taylor M S (2008). Unmasking the pollution haven effect. INTERN. ECON. REV., 49(1), 223–254